Sulla rivista ‘Fare voci’ Giovanni Fierro intervista Alessandro Salvi e segnala ‘Poesie scritte sul retro di scontrini’ (collana Il leone Alato, diretta da Andrea Leone; prefazione di Flavio Santi):
In questi dodici testi di Alessandro Salvi c’è tutto il fascino dello scrivere poesia.
Perché in “Poesie scritte sul retro di scontrini” ci sono il piacere e l’attenzione dell’accadere, la capacità di affidare alle parole il possibile senso di ogni comprensione, il mescolare e far attraversa il reale dal sogno, e il sogno dal reale.
E c’è il dare alle minime cose l’importanza e la responsabilità di ogni mistero.
Di un fiore Salvi scrive che “La tua bellezza estinta mi ha ammansito”; ecco è questo.
“Poesie scritte sul retro di scontrini” è un inventare spazi che respirano, che ci portano nel ‘terribile’ del vivere con la curiosità di chi da un momento all’altro fa apparire una creazione.
L’intuizione di Alessandro Salvi è raffinata, si vede in controluce, lascia il tempo dell’attesa, annaffia ogni bulbo di una promessa verità, e permette di fare incontri mai banali: “Un dio pentito mi offriva da bere/ per poi svignarsela senza pagare”.
E sempre parlando del vivere di ogni giorno, esplora la poesia, nei suoi perché e nei suoi vicoli ciechi, la fa brillare e la tiene per mano. Alessandro Salvi lo sa, “La prosa dice, la poesia seduce”, e così essere poeti è anche accettare che “io sogno te e tu sogni me, ma ognuno/ è solo, solo nel sogno dell’altro”.