16 Marzo-13 Aprile 2024 – The Uncanny Lens / La Lente Inquietante di Roger Ballen e Joel-Peter Witkin in mostra a Castel Ivano

The Uncanny Lens / La Lente Inquietante presenta 60 opere fotografiche di Roger Ballen e Joel-Peter Witkin in anteprima assoluta in Italia, con la prima esposizione che è prevista nella cornice medievale di Castel Ivano, in Trentino, dal 16 marzo al 13 aprile 2024.

Il progetto indipendente è organizzato dall’associazione Chirone, con la direzione artistica di Fulvio de Pellegrin e Paolo Dolzan che hanno assegnato la cura della mostra a Fortunato d’Amico e il coordinamento a Cristina Gatti.

Il catalogo in uscita per la Fallone Editore, raccoglie il corpus di opere presentato in mostra dagli artisti ed è arricchito dai contributi di critici d’arte e filosofi: Sergio Fabio Berardini, Alessio Caliandro, Fortunato D’Amico, Fiorenzo Degasperi, Fulvio de Pellegrin, Paolo Dolzan, Sergio Poggianella, Mauro Zanchi, Michelangelo Zizzi.

 

La distanza tra Joel Peter Witkin e Roger Ballen è forse solo una coordinata geografica che individua i luoghi del loro operare (Witkin in USA e Ballen in Sud Africa), dato che entrambi esprimono con l’arte gli aspetti più oscuri della condizione umana. Le opere selezionate dagli stessi autori ci accompagnano in un viaggio di luoghi interiori dove le affinità operative e formali proiettano la fotografia oltre i confini della documentazione, per diventare un potente strumento di esplorazione psicologica.

Questo progetto dischiude un dialogo privato instaurato negli anni tra i due artisti; nella giustapposizione delle loro fotografie otteniamo una comprensione più chiara del loro stile unico e possiamo apprezzare i continui rimandi stilistici e iconografici al mito e al fantastico, con citazioni tratte dal vasto repertorio di immagini della storia dell’arte, in special modo con l’avanguardia surrealista.

E dall’ottica di una lente “inquietante” osserviamo le fotografie in bianco e nero realizzate da Roger Ballen e Joel-Peter Witkin che abbracciano decenni della loro carriera, con un effetto perturbativo che riverbera dai soggetti macabri alle analogie delle immagini non convenzionali create dai due autori: le composizioni di Witkin spesso orientate al macabro, includono cadaveri e frammenti anatomici, ma egli anticipa lo scatto con un’accurata progettazione, attraverso schizzi preliminari e successivamente si serve di esposizioni multiple, montaggi e fotoincisioni per permeare le scene con una qualità onirica, mistica e occulta. Al contrario, il vocabolario visivo di Ballen incorpora l’uso di oggetti fatiscenti o scartati, oggetti trovati e tassidermia, manichini umani e parti del corpo reali, elementi grafici come fili e disegni art-brut, giocattoli e animali domestici (uccelli, gatti, ratti) nella costruzione fisica di un set teatrale.

Le fotografie composte a dittico (Roger Ballen “John Behind a Man called Mashillo” / Joel-Peter Witkin “Portrait of Joel”), ci fanno riflettere sul tema dell’identità, dell’oggetto e del soggetto: nel primo caso l’autore fronteggia una coppia di uomini, il primo del quale si chiude allo sguardo serrando gli occhi mentre alle sue spalle, una figura mascherata ci scruta fisso da un unico occhio. Una simile maschera nera, sulla quale è apposto il Cristo, pregiudica l’intento dichiarato nel titolo, dato che la fisionomia dell’autore è occultata dalla maschera mostrando così, paradossalmente, l’involucro assai poco ortodosso di una fede religiosa. La maschera rappresenta l’illusione, la finzione, l’identità sociale, l’autenticità o la trasformazione; ma in questo confronto emerge soprattutto il significato etimologico paradossale della parola, laddove maschera in greco significa “volto” e in latino “persona”.

Un’altra ricognizione sul tema dell’identità, volta alla spersonalizzazione, la troviamo invece nell’opera di Joel-Peter Witkin intitolata “Clock Faced Man” dove il corpo carnale è sostituito da una sagoma nera di ciclope-fantoccio raggelato dallo scatto fotografico, con la sua testa da orologio inceppato fuori dalla realtà ordinaria. Analogamente il tempo è “trattenuto” nell’immagine di Roger Ballen intitolata “Bewildered”, rappresentato dalle pale di un ventilatore bloccato, serrato trai pugni di una figura irriconoscibile che se ne serve come di una maschera.

 

L’identità è definitivamente dissolta, invece, nel dittico “Underworld”/“Modifications On A Sculpture”, dove i due artisti raschiano la maschera di carne esponendo le ossa del cranio, replicando il nostro impedimento a conoscere la verità, dato che i teschi fotografati sono anch’essi maschere.

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