Intervista a Enrica Fallone su Les Flâneurs Magazine
Quando è nata Fallone Editore?
Nella primavera del 2017, dopo diversi anni di lavoro nel settore editoriale, prima con un’agenzia letteraria, Fucine Letterarie, e poi come editor e ufficio stampa freelance per vari editori e associazioni culturali e musicali.
Qual è la linea editoriale?
È una casa editrice piccolissima che ha alla base della sua linea editoriale una fortissima scrematura dei titoli proposti, davvero pochi l’anno.
Ho un amore particolare per la poesia, quindi ne pubblico molta, sfidando ogni mitologema che vorrebbe l’opera poetica invendibile: vendono poco o nel breve periodo i poeti d’occasione o per errore, ma la poesia è forse il più alto tra i generi letterari, quello che più di altri resta nella storia della letteratura.
Le collane sono dodici, molte delle quali devono ancora partire, e il catalogo è ricco anche di prosa e saggistica, senza vincoli formali, contenutistici, ideologici, se non quello della qualità, della buona letteratura, che è l’unico requisito richiesto agli autori.
Fondamentali in questo lavoro di selezione sono i direttori delle varie collane, tutti profili di altissimo livello e professionalità, che quotidianamente forniscono un apporto insostituibile alla crescita della casa editrice: Andrea Leone e Michelangelo Zizzi per due delle collane di poesia, Carla Saracino per la letteratura per l’infanzia, Michele De Feudis per la saggistica storica e sociologica, Antonella Chionna per la musicologia.
Come può una piccola casa editrice, indipendente e non a pagamento, ritagliarsi una fetta di mercato?
Ancora una volta puntando sulla qualità. In questo momento, se è possibile, più di sempre.
Sembra un paradosso e forse lo è: mentre l’economia mondiale cade a pezzi, i libri continuano a uscire. Ma in tempo di crisi, a qualunque livello, in qualunque settore, si resiste per antifrasi. Opponendo, dunque, una Bellezza radicale allo sfacelo che ci circonda, e per i contenuti e per la forma, quindi proponendo un prodotto finale godibile sotto qualunque punto di vista, dunque anche graficamente ed esteticamente. Per quest’ultimo passaggio è fondamentale un ufficio grafico eccellente, principalmente nella figura di Paolo Guido, capace sempre di sintetizzare istanze autoriali e mission aziendale, realizzando un oggetto-libro che sia anche esteticamente apprezzabile.
Perché la Bellezza certamente non salverà il mondo, e questa lagna ha stancato un po’ tutti, ma forse può renderci la permanenza un po’ più sopportabile.
A quale dei tuoi libri sei più legato e quale consiglieresti ai nostri lettori?
Ho un affetto particolare per Luogo del sigillo di Alfonso Guida, che ha inaugurato la casa editrice ed è davvero un poema degno di ogni onore, ma sono legata a ogni libro che ho pubblicato, per ragioni sempre diverse.
Tra i libri che consiglierei in questo momento, Cabala d’un amore perduto di Eros Damasco, uscito da poco, un thriller fantasy con note noir di un autore davvero interessante; Il Sacro Femminile nelle Costellazioni Familiari di Sara Verderi, a metà strada tra il saggio e l’autobiografia, che illustra alla perfezione storia, modalità e tecniche di questo metodo d’indagine dei sistemi familiari messo a punto da Bert Hellinger, di cui l’autrice è stata allieva; De la lang(ue) di Antonio Belfiore, poeta ventiduenne estremamente promettente; Da una tana di scoiattolo di Franco Buffoni, uno splendido poemetto che rappresenta l’ideale prosecuzione dell’opera La linea del cielo, edita da Garzanti; tra gli autori pugliesi, Viaggio salvatico di Gianpaolo Mastropasqua, uno dei migliori poeti della sua generazione, Camera d’aria di Giuliano Maroccini, talentuosissimo autore all’esordio, e La marmorea apparenza residua di Pasquale Lucio Losavio.
Ci sono degli editori a cui ti ispiri?
L’idea di ispirarmi a qualcuno non mi piace, ma esistono delle case editrici che apprezzo particolarmente, molto diverse tra di loro, penso a Sellerio, Ponte alle Grazie, Marcos y Marcos, SE, Crocetti, per citarne qualcuna, il cui unico comun denominatore è una visione chiara della letteratura e dell’identità aziendale, non assoggettata alla politica della serializzazione di idee e proposte commerciali.
Perché secondo te in Puglia si legge poco e quali pensi possano essere dei modi per incrementare la lettura?
Io credo che si legga poco in Italia, in generale, senza grosse distinzioni tra prosa e poesia, tra nord e sud. La Puglia, probabilmente, è uno specchio riflettente in nuce la situazione complessiva del Paese, in cui una piccolissima fetta di lettori cosiddetti ‘forti’ tiene in piedi il sistema e la restante parte si divide tra lettori occasionali e lettori di generi non propriamente letterari o fortemente specializzati, per non parlare della vastissima percentuale di chi un libro non sa neanche cosa sia.
Detto ciò, probabilmente ormai sono diventata ripetitiva, ritengo che, per assurdo, alla base della scarsa lettura vi sia un eccesso di pubblicazioni: tutti scrivono, nessuno legge, c’è dispersione. E il problema più grande è che questi scriventi vengono pubblicati, ingolfando il mercato editoriale, di fatto già totalmente saturo. Bisognerebbe, dal mio punto di vista, tentare un azzardo anacronistico, tornare al tempo in cui le case editrici erano ben poche e l’offerta estremamente selezionata, in cui al lettore veniva davvero proposto solo il meglio del meglio. Chiaramente mi rendo conto dell’infattibilità dell’operazione, soprattutto in considerazione del fatto che il problema è a monte, nella scarsa educazione alla lettura e nella dispersione internetica, che fa chiunque ‘scrittore per un giorno’ o cultore di citazioni da opere mai lette.
Come siete distribuiti e come è il vostro rapporto con le librerie indipendenti?
La distribuzione è nazionale, tramite Libro Co Italia, quindi i libri sono ordinabili ovunque, nelle librerie fisiche come negli store online. E poi, appunto, esiste una rete di librerie fiduciarie, nel tempo molto scremata e diffusa su tutto il territorio nazionale, con la quale si porta avanti un’azione sinergica e calibrata sulla base delle esigenze dei lettori. Il lavoro delle librerie è fondamentale. Molto spesso, almeno nella mia esperienza, la libreria piccola si muove meglio di quella blasonata, con maggiore cura, con maggiore interesse per i libri che deve proporre, libri che non finiscono su uno scaffale a impolverarsi, ma che vengono letti e consigliati con reale partecipazione.
Quali sono le prossime novità editoriali?
Tra le uscite imminenti ci sono uno splendido saggio sul nazionalismo, La Nazione dei nazionalisti. Liberalismo, conservatorismo, fascismo di Giuseppe Parlato, professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di studi internazionali di Roma (Unint) e presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, e due plaquette poetiche: Quaderno croato di Vanni Schiavoni e L’erica di Giuseppe Conte, uno dei massimi poeti del nostro tempo.