Questa monografia sul Mastino abruzzese di Flavio Bruno ci restituisce il ritratto di un cane versatile, affidabile e potente. Scritta col linguaggio schietto e lapidario di Flavio Bruno, veterinario e allevatore, da decenni, delle razze di cani da lavoro italiane, espone un quadro completo del Mastino nel perimetro culturale entro il quale esso da millenni vive e lavora.
Il libro, corredato da pregevole apparato fotografico a colori, infatti, tratta con particolare attenzione gli ambiti del mondo pastorale, della transumanza, delle tradizioni popolari e dei racconti orali dei ‘massari’ e degli altri attori umani del fenomeno dell’allevamento del bestiame. Lontano dalle ottiche dell’ecologia postmoderna, ma vicino alla ‘sanità’ del mondo rurale e veramente ecologico, tradizionale, duro e leale, Bruno esprime una visione coerente, nella quale, oltre al cane, risaltano i suoi avversari e soprattutto il lupo in particolare. Frequenti, infatti, sono le citazioni inconsuete e talvolta curiose sul cane e il suo mondo, come per esempio la strabiliante danza della morte che, secondo l’oralità pastorale, i lupi compierebbero in stato di carestia.
Il Mastino o cane da pastore abruzzese, diverso dal Pastore Maremmano abruzzese, derivato dal primo e ‘inventato’ dalla cinofilia ufficiale negli anni ’40, è essenzialmente un cane da lavoro e quindi centrato sulla funzione primaria e non sull’estetica, secondaria. Qui è studiato nelle sue origini, nelle varie morfologie, nel carattere, nelle attitudini, nell’efficacia della sua azione. Cane bellissimo e intelligentissimo, è il risultato di secolare selezione naturale e umana.
Frequenti, nel libro, sono anche le comparazioni con gli altri cani da pastore italiani ed euroasiatici.
Un ricco apparato di citazioni, racconti orali, testimonianze letterarie, riflessioni di medicina veterinaria, completa l’opera.