Su Nerospinto Lina Cavalieri scrive di Drammaturgia degli invissuti di Giuseppe Cristaldi e Oliviero Malaspina.
“Drammaturgia degli invissuti” di Oliviero Malaspina e Giuseppe Cristaldi -Quando la periferia umana si fa culla nevralgica
Una riflessione di Lina Cavalieri dopo la presentazione sarda del libro, presso il ristorante di Costa Paradiso “Il Calice d’Oro”.
“Drammaturgia degli invissuti” di Oliviero Malaspina e Giuseppe Cristaldi (Fallone Editore) è un atto insurrezionale che presuppone, a monte, una duplice assunzione di responsabilità morale: quella di dire le cose come stanno, innanzi tutto, e per lo più di dirle con una lingua che è quella che agli autori intimamente appartiene, senza rassicuranti edulcorazioni eteroimposte.
Lontani da operazioni biecamente estetizzanti, disallineati rispetto al formulario canonico delle pretese spiegazioni del dolore, dell’orrore, del male- e delle conseguenti, pavloviane, mistificazioni etiche- Cristaldi e Malaspina compongono singoli grani che si fanno, irresistibilmente, rosario straziante.
Si distende così una rete di dolore che serra nella sue maglie l’Italia da Nord a Sud, senza soluzione di continuità, in un gioco effusivo e virulento.
Pagine, uno tempore, catalizzatrici e respingenti, capaci di penetrare nel midollo perturbante del mondo. La partitura complessiva-XVIII sezioni, ciascuna delle quali composta da due testi: uno di Malaspina, in corsivo, e di seguito uno di Cristaldi- è un piccolo miracolo di consonanza, una vertiginosa capriola combinatoria.
Sfumano i contorni di poesia e prosa, nel versificare talvolta prosaico di Malaspina, nella prosa a tratti poetica di Cristaldi, nei nodi di un fascio tensivo che sarebbe un delitto sciogliere.
Un cantico sull’impossibilità del vivere, si è scritto; vite ai margini, si è chiosato.
Ma anche gli inevitabile smottamenti dell’edificio gigantesco del dolore, le sue corrispondenze e le sue moltiplicazioni; la periferia umana che si fa culla nevralgica, improvvisato bagliore resurrettivo.
Lina Cavalieri