Mercoledì 30 Novembre 2022 – Ludwig di Andrea Leone su Storia glocale

Su Storia glocale Gian Ruggero Manzoni segnala anche Ludwig di Andrea Leone.

 

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  • LUDWIG di Andrea Leone, Fallone Editore

Andrea Leone (Milano) ha scritto “L’Ordine” (2006, Premio San Pellegrino opera prima), “Il suicidio di Holly Parker” (2008), “Lezioni di crudeltà” (2010), “La sposa barocca” (2010), “Scena della violenza” (2013), “Kleist” (2014), “Hohenstaufen” (2016, Premio Internazionale di Letteratura Città di Como).
Egli è autore che, con attenzione e tangenza poetica, sto seguendo da tempo … quindi non perdendo tempo.
Dalla nota editoriale: “Andrea Leone riconferma la sua poetica antimoderna, il suo stilema teso verso l’epos di una grandezza ormai inusitata, verso un Tu superiore e divino, che è la furia della forma, l’enciclopedia del sangue. In Ludwig immagini e costruzioni sintattiche alludono al poema sinfonico, pur oltrepassandolo; vi è l’esecuzione di un atto magico e irripetibile, che svia e snerva ogni ipotesi d’interpretazione parziale, disintegrando ancora una volta il verso comune che nella poesia postmoderna scorre come un vagito adulante: la sommossa linguistica sta nella sequenza anacoretica che non conosce pause e che, senza dimenticare la storicità del linguaggio, si ricompone nello spazio di una lingua sacrale e determinante, e nel ritmo serrato e anaforico che impone la potenza del melos contro il logos”. Di Andrea così hanno scritto altri: “Puntare alto, senza compromessi. C’è chi lo fa, nella narrativa. Parliamo di un libro come ‘Kleist’ di Andrea Leone. Un libro che corre via come un flusso di coscienza; una prosa battente, iterativa, che si avvolge su se stessa in spirali vorticose. L’autore si cala nei panni, o meglio nella testa, di Heinrich von Kleist (1777-1811) il nobile tedesco autore fra l’altro del dramma ‘Il principe di Homburg’ che qualche storico della letteratura annovera tra gli anticipatori del romanticismo” = Paolo Bianchin in “Libero”. “Come poeta è stato la rivelazione del 2006, ma da sempre bussa alla porta del romanzo. Si chiama Andrea Leone e probabilmente è un genio. Leggete il suo romanzo d’esordio, incontrollato, folle, in cui la materia travolge la forma, con tratti bui, poi lunghi rettilinei, a cui si alternano accensioni letterarie, svolte improvvise di inaudita forza. S’intitola ‘Il suicidio di Holly Parker’. È la storia di una passione letteraria, di una vita inaccettabile da cui si sprigiona una volontà di suicidio che si dà senso identificandosi con l’opera letteraria di un altro suicida celebre” = Luca Doninelli in “Il Giornale”. “Dopo ‘Kleist’, temerario e visionario flusso di coscienza dentro la testa del grande scrittore tedesco colto nelle sue ultime ore di vita, ecco ‘Hohenstaufen’, un altro capolavoro di un poeta vero e sommo, unico e altissimo, uno dei pochi rarissimi esempi di voce lirica limpida e già classica. Un poema con sprazzi di prosa, in 20 movimenti di romanticismo colossale e lirismo eroico. Un viaggio a ritroso verso le radici della storia europea e le fonti dell’ispirazione poetica. Andrea non teme di avventurarsi nella landa scivolosa del sublime e ne riemerge trionfante da vero Leone” = Manlio Benigni per “Rolling Stone”. “L’Ordine è un libro del Nord. Nord della terra e del pensiero, dei paesaggi e dei maestri. Sembra uscito da un film di Carl Theodor Dreyer, con il suo bianco e nero teso e allarmante, minacciato dal giorno del giudizio. Con il suo stile da ultimatum, con i suoi sostantivi monolitici e precisi, Andrea Leone ci conduce nelle stagioni trascorse e le intreccia a questo finale di partita. Finale vivissimo, scritto a lettere di sangue. Scagliandolo addosso a tutti noi con la forza di un epilettico, ci consegna il suo verbale e la sua invocazione” = Milo De Angelis dalla prefazione a “L’Ordine”. Questo suo ultimo libro in poesia ha la prefazione di Tiziana Cera Rosco che così scrive: “La scrittura di Andrea Leone non è un’escursione verso il centro. È il centro. […] In ‘Ludwig’ non c’è un tempo di avvicinamento, è già tutto spavento, è già tutto terremoto”. E io, così, di lui scrivo: “Potente è colui che sfida la vetta. Inusitata gloria, e tragedia, assieme. Impedirgli di andare è battaglia perduta, quindi o seguirlo, cercando di attenuarne le prometeiche ferite, oppure divorare con lui l’aquila, spogli di catene, di remore, di paure”. Entrate nell’opera di Andrea Leone, lo merita.

 

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