Sabato 9 Aprile 2022 – Poesie scritte sul retro di scontrini di Alessandro Salvi su Perìgeion

Su Perìgeion Francesco Tomada recensisce Poesie scritte sul retro di scontrini di Alessandro Salvi:

 

Alessandro Salvi, Poesie scritte sul retro degli scontrini

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Con colpevole ritardo (come spesso accade) mi piace segnalare Poesie scritte sul retro degli scontrini (Fallone Editore), una plaquette edita qualche tempo fa da Alessandro Salvi. Nativo di Pola e residente in Istria, Alessandro Salvi ha alle spalle una lunga militanza poetica e diverse pubblicazioni, in italiano e in edizione bilingue italiano-croato. Poesie scritte sul retro degli scontrini è un’agile collezione di 12 poesie accolte in una veste grafica curata e impreziosite da una acuta prefazione di Flavio Santi. Per quanto il numero di testi sia limitato, in essi emergono molte delle caratteristiche di Salvi: una vena dissacratoria non comune e non banale, il gusto per il gioco di parole, ma soprattutto la capacità di passare in un battere di ciglia da un’ironia talora volutamente grossolana a riflessioni che aprono angoli di interiorità insospettati e destabilizzanti. Su questa manciata di testi probabilmente altri avrebbero costruito una intera raccolta: Alessandro Salvi ha deciso diversamente, evitando di appesantirli in modo che spiccassero nella loro individualità. E anche questo non è un merito da poco.

 

 

II

 

Tra un giocatore di pallacanestro

e un poeta, il cestino assume opposti

significati – non so se mi spiego

 

V

 

C’è un lama inciso su un piatto di rame,

da qualche parte c’è una porta aperta

e forse anche la ragazza che amo.

Nella mia stanza un pavone passeggia,

dipinge l’aria

con ogni gesto rubato al silenzio,

io intanto penso a qualcosa che ho visto

ma non ricordo bene cos’è stato.

Forse era un sogno.

Sta di fatto che ultimamente

niente mi sembra reale, io sogno

eppur son sveglio,

poi vaglio il peso e veglio fino a che

non m’addormento e nuovamente sogno.

 

X

 

E se la pagina è la tua vagina

questa non è una penna bensì un pene,

l’anima vagula blandula eiacula.

La poesia viene.

 

XI

 

Io sogno te e tu sogni me, ma ognuno

è solo, solo nel sogno dell’altro.

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