Andrea Leone – Ludwig
Questo mio testo, dopo la lettura di Ludwig di Andrea Leone (Fallone Editore, 2022)
Ludwig è l’atto inattuale, il sangue che converte.
Ludwig non è la coscienza del tempo, il declinare del giorno.
Ludwig è il delitto sacro, il compimento del verbo smisurato.
Ludwig non è un singhiozzo, non è l’io moribondo del poeta.
Ludwig è lo specchio che si specchia, il fulgore.
Ludwig non è il quando, il prima, il dopo.
Ludwig è il passato che non fu e l’incendio che è.
Ludwig non è una mente, non è un corpo, non è chi.
Ludwig è la lezione crudele, l’inno che sale, la meraviglia implacabile.
Ludwig non è il suo volto, il suo nome, il suo sogno.
Ludwig è l’algebra, la scossa, il furore scarlatto.
Ludwig non è il pensiero, il concetto, l’aborto.
Ludwig è la poesia, il gemello senza nome e senza riposo.
Ludwig non è carta, non è grammatura, non è pagina.
Ludwig è il compito che non sapremo, l’esatto comando, la fede che risplende.
Ludwig non è canzone, non è voce, non è lettura.
Ludwig è lo spavento apocalittico e divino, il salto, la coincidenza che deraglia.
Ludwig non è parola- moneta, non è commercio, non è comunità.
Ludwig è la catastrofe che illumina, il gesto grande e immortale, il tonfo celeste.
Ludwig non è il pianto, la pena, la denuncia.
Ludwig è l’estasi matematica, l’ordigno, la gloria, la fine di ogni fine.
Ludwig non è nessun libro, nessun autore, nessun poeta.
Ludwig ha scritto Ludwig.
Mauro Germani