Sabato 18 settembre sarà presentato a Martina Franca il volume La Nazione dei nazionalisti di Giuseppe Parlato, alle ore 18.30, presso l’auditorium adiacente la chiesa Cristo Re (Piazza Marconi n.9).
Giuseppe Parlato (Milano, 1952) è professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università degli studi internazionali di Roma (Unint) ed è presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. Si è occupato di storia italiana dell’Ottocento e del Novecento, in particolare del periodo risorgimentale, del sindacalismo fascista, del nazionalismo, delle vicende del confine orientale e, attualmente, della destra italiana nel secondo dopoguerra. Fra le sue recenti pubblicazioni: Fascisti senza Mussolini. Le origini del neofascismo in Italia (1943-1948) (Il Mulino, 2006); Mezzo secolo di Fiume. Economia e società a Fiume nella prima metà del Novecento (Cantagalli, 2009); Gli italiani che hanno fatto l’Italia. 151 personaggi per la storia dell’Italia unita (Eri Rai, 2011); La Fiamma dimezzata. Almirante e la scissione di Democrazia Nazionale (Luni, 2017).
La Nazione dei nazionalisti. Liberalismo, conservatorismo, fascismo di Giuseppe Parlato ripercorre la storia del nazionalismo, prendendo in esame i diversi approcci interpretativi e le tappe storiografiche cruciali dello sviluppo e dell’evoluzione di quello che fu un fenomeno culturale e di costume, prima che politico, che caratterizzò la destra italiana dalla fine dell’Ottocento fino al fascismo. Sebbene non sia mai diventato un movimento di massa, esso ebbe una grande influenza sulla cultura politica perché fece emergere l’idea dell’Italia come grande potenza. Molto abili nella comunicazione, i nazionalisti costruirono un ponte tra il conservatorismo della fine dell’Ottocento e la politica fascista. Espansionismo e colonialismo, emigrazione, ruolo preponderante dello Stato, politica industriale, difesa dello Statuto e delle prerogative del sovrano: questi i principali elementi sui quali ruotò la loro proposta politica. Il presente volume, che contiene saggi pubblicati tra il 1983 e il 2020 con diverse integrazioni e uno inedito su Carlo Delcroix, attraverso una lettura asciutta e storicamente organizzata per tappe tematiche oltre che cronologiche, porta avanti una disamina storiografico-interpretativa del nazionalismo, nonché dei temi e dei personaggi che lo caratterizzarono, sia in funzione del suo legame con il liberalismo conservatore, sia nel rapporto non sempre facile con il fascismo, nel quale fu inglobato nel 1923. Per lungo tempo, infatti, fino almeno all’immediato dopoguerra, fu considerato prodromico e determinante del fascismo, ma con Mussolini i nazionalisti ebbero sempre un atteggiamento ambivalente: contribuirono con Rocco e Federzoni alla costruzione dello stato fascista, furono autoritari ma non totalitari, diffidenti rispetto alle sue prospettive rivoluzionarie e sociali, finirono con l’essere travolti dalle contraddizioni e dalle inefficienze della monarchia e dell’8 settembre.